Un colpo di luce - parte 2
24 Febbraio 2022
Negli interni dell’Amber Fort di Jaipur (India) una guardia controlla che tutto sia in ordine prima di chiudere gli spazi ai turisti
A cura di Max Ferrero
Nel precedente articolo abbiamo avuto la possibilità di osservare l’utilità di un vecchissimo trucco di Photoshop per inserire dei bagliori di luce artificiali all’interno delle nostre immagini. Purtroppo si tratta di un’applicazione ormai troppo datata che, senza mai essere rinnovata dagli sviluppatori del software, al giorno d’oggi presenta quasi più difficoltà che pregi.
L’importante è stato permettervi di comprendere che un inserto luminoso, all’interno delle nostre immagini, potrebbe offrire quel tocco di atmosfera in più che, al momento dello scatto, era assente. Come fare per renderci più indipendenti e creativi? Siamo qui per questo e vi esortiamo a continuare a leggere
Il vero problema di Photoshop è che non fornisce una libreria d’immagini utilizzabili appositamente, saremo costretti noi a procurarcela, costruendo o ricercando su banche immagini gratuite i bagliori fotografici che tanto potrebbero servirci.
Su un archivio di luminosità che custodisco gelosamente all’interno del mio archivio digitale (che non manco d’incrementare ogni volta che me ne capita l’occasione), ho selezionato nove immagini che avrebbero potuto essere molto utili ad abbellire alcuni scatti di fotografia turistica realizzati in alcuni viaggi. Li descrivo velocemente per permettere a ognuno di voi di rendersi conto come questo materiale sia facilmente riproducibile. Partendo dalla prima foto in alto a sinistra e procedendo verso destra e in basso le foto rappresentano i seguenti soggetti:
- – due fanali nella nebbia sfocati direttamente in fase di ripresa
- – installazione artistica sfocata in ripresa con aggiunta di granuli di polvere in postproduzione
- – immagine grafica ottenuta direttamente dal filtro di Photoshop
- – Luci natalizie sfocate con un diaframma piuttosto chiuso
- – Casello autostradale fotografato dalla macchina con tempi di esposizione lunghi
- – Luna piena con il satellite molto sfocato
- – Insegna di un bar sfocato in fase di ritocco digitale
- – Elaborazione grafica scaricata dal web
- – Riflessi sfocati di bigiotteria
Avere più immagini a cui poter attingere è fondamentale per trovare la giusta accoppiata con la fotografia che si desidera modificare. Partendo dall’esempio riportato a inizio articolo riportiamo anche l’originale precedente all’elaborazione.
Come si può notare è uno scatto in controluce in cui è possibile apportare le modifiche luminose di cui stiamo parlando senza stravolgere completamente l’atmosfera iniziale. È importante che non ci siano incongruenze luminose altrimenti il trucco potrebbe diventare pesante e stucchevole.
Nell’immagine potete vedere, dopo alcuni tentativi, la scelta del file di luce più adatto per ottenere un effetto bagliore. Si copia il file del bagliore e lo si incolla su di un livello superiore all’immagine candidata. Una volta posizionata si cambia il metodo di fusione tra le due fotografie. Nel nostro caso il metodo più funzionale è SCOLORA.
Lo scatto, a questo punto, si presenta un po’ esagerato, con alcune zone in cui si nota un netto stacco tra l’immagine superiore e quella inferiore. È necessario, quindi, procedere a un’operazione di perfezionamento globale dello scatto.
Ci posizioniamo sul livello delle luci e abbassiamo il grado di opacità per attenuare l’effetto, nell’immagine, che riportiamo qui sotto, il valore scelto da noi è stato impostato sul 75%, poi abbiamo creato una maschera e su quella maschera abbiamo cominciato a dipingere di nero tutte le zone in cui volevamoo attenuare o cancellare del tutto l’effetto (per comprendere ancora meglio le maschere prepareremo un articolo apposito di prossima uscita).
Nella successiva immagine potete osservare che il ritaglio rettangolare della maschera, ora parzialmente colorato di nero, ha applicato delle attenuazioni dell’effetto proprio nelle zone dipinte.
Una volta appresa la tecnica il gioco diventerà veloce e divertente, aprirà infinite possibilità d’interazione tra varie immagini in cui la fotografia principale può acquisire maggiore vitalità e interesse grazie alla sua fusione con un altro scatto nato solo per essere d’ausilio. Le possibilità creative sono immense, ma regna sempre la regola sovrana per cui il gusto deve sempre avere la meglio sul desiderio di stupire… altrimenti, a lungo andare, otterremo l’esatto effetto opposto.
Qui sotto potete osservare alcuni nuovi esempi con l’immagine originale e, successivamente, l’elaborato ottenuto con la stessa tecnica descritta nell’articolo, ma con file di luci diverse.
Max Ferrero
Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".