Un colpo di luce
25 Gennaio 2022
A cura di Max Ferrero
Ci sono alcuni passaggi molto semplici su Photoshop che ci permettono di migliorare le nostre foto applicando piccole trasformazioni luminose in grado di ravvivare lo scatto aggiungendo l’enfasi di una luce ideale che durante lo scatto, purtroppo, era presente solo nei nostri desideri.
Cominciamo a trattare l’argomento con gli strumenti che Photoshop ci fornisce integralmente, poi, un piccolo passo alla volta, continueremo a spiegare metodi ancora più creativi per sfruttare il “trucco” svelato di questo articolo attraverso l’uso di elementi del tutto personalizzati e personalizzabili.
Il filtro RIFLESSO LENTE
Di quante cose ci ha privato il Covid in questi 2 anni di pandemia? Eppure ci siamo adattati, abbiamo saputo contrastare le fasi peggiori del 2020 e ora resistiamo realizzando tutto ciò che è possibile per raggiungere una forma di esistenza normale e felice. In questo scatto ciò che manca è il sorriso della sposa che si sta apprestando al matrimonio, celato da una maschera che, sì, le farà ricordare un periodo assurdo e distopico, ma sarebbe opportuno e carino alleggerire l’elemento anomalo dalla valenza giornalistica così poco desiderabile all’interno di un servizio che desidera ricordare uno dei giorni più felici di un’esistenza. Uno dei vari trucchi possibili potrebbe consistere nel creare un colpo di luce che porti l’occhio a distogliere l’attenzione dalla bocca della sposa e aiuti il cervello a immaginare una soleggiata giornata primaverile. Se poi potessimo anche posizionare il riflesso nel luogo più giusto, potremmo approfittarne per celare maggiormente l’automobile che compare appena al di fuori del finestrino sulla destra. Per tutta questa sequela di esigenze, Photoshop fornisce un filtro chiamato “riflesso lente” (filtri/rendering/riflesso lente).
Nella finestra che comparirà potremo scegliere quale tipo di riflesso ci piacerà di più e basterà trascinarlo sull’icona dell’immagine per posizionare la luce sulla parte della foto che desideriamo modificare. I riflessi circolari, tipico risultato che si presenta nei nostri obiettivi quando raggi anomali colpiscono le lenti interne, si posizioneranno automaticamente durante le nostre azioni di modifica.
Nel risultato ottenuto possiamo notare che l’intento di ravvivare la scena è riuscito perfettamente, ma alcuni riflessi circolari sono troppo nitidi e persino un po’ fastidiosi (ciò è dovuto al fatto che il filtro è molto vecchio, risale alle prime versioni di Photoshop degli anni ’90 e Adobe non ha mai più investito ricerca e sviluppo per aggiornarne il look e le funzionalità).
Per risolvere questi piccoli inconvenienti basterebbe applicare delle sfocature locali alle zone che intendiamo modificare, ma per fare questo abbiamo bisogno che i riflessi siano su di un livello diverso rispetto a quello della foto originale. C’è bisogno quindi di avere un briciolo di dimestichezza in più con il potente software di fotoritocco. Vediamo insieme i passaggi che bisogna fare per ottenere il massimo risultato anche con un filtro un po’ arcaico.
Passo 1
Create un nuovo livello immagine vuoto cliccando sull’icona segnata con un cerchio rosso nell’immagine riportata come esempio, oppure digitate il comando da tastiera ctrl+N (mi raccomando N maiuscolo).
Passo 2
Trasformate il livello vuoto riempiendolo di colore nero attraverso lo strumento secchiello cerchiato ed evidenziato in rosso.
Passo 3
Applicate il filtro con i medesimi parametri trovati nel metodo diretto senza livelli. Ciò è utile perché durante l’applicazione del filtro non è possibile vedere l’immagine sottostante che intendiamo modificare e potrebbe essere difficile trovare il giusto posizionamento.
Passo 4
Selezionate il livello di fusione “schiarisci” per fare interagire i due livelli tra loro. Tutti i toni neri del livello superiore spariranno mischiando perfettamente le forme grafiche generate con l’immagine sottostante.
Passo 5
Sul livello dei riflessi utilizzate un secondo filtro chiamato “controllo sfocatura” (filtri/sfocatura/controllo sfocatura) e applicate un valore abbastanza alto in grado di sfocare in modo realistico i riflessi interni dell’obiettivo.
Il risultato finale sarà un’immagine più gioiosa, sicuramente più finta, ma realizzata con criteri e caratteristiche tali da renderla realistica. La magia presuppone che non si scopra il trucco, e ogni accorgimento deve essere realizzato in modo tale da apparire attendibile.
Precisazione
La foto d’apertura sfrutta lo stesso concetto e il medesimo meccanismo che abbiamo appena osservato, ma non utilizza più il filtro arcaico di Photoshop “riflesso lente”, si avvale di fotografie di luci montate e fuse sulle immagini sottostanti.
Nel prossimo articolo parleremo proprio di questo metodo più professionale e soprattutto personalizzabile.
Max Ferrero
Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".