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Spazio delle mie brame

23 Febbraio 2018

A cura di Max Ferrero

Nell'articolo precedente abbiamo iniziato a parlare di composizione, di disposizione del soggetto principale in considerazione degli altri soggetti secondari che compongono la scena. Una foto diventa più profonda e accattivante quando tutti gli oggetti presenti e rappresentati hanno uno scopo ben preciso e funzionale, sviluppando il concetto e la lettura armonica dell'insieme. Purtroppo nella realtà ciò accade assai di rado, molto più frequentemente ci ritroviamo ad avere sfondi confusi e caotici che nulla hanno a che vedere con il nostro concetto fotografico. La bellezza di una foto è spesso determinata dall'ordine cui non siamo abituati a convivere, al rapporto coordinato e subordinato tra personaggio principale e sfondo, se tale armonia non si raggiunge o non si trova allora è giusto utilizzare la seguente regoletta:

Se c'è un oggetto/soggetto che da fastidio tagliamolo dalla scena.
Se c'è un oggetto/soggetto inutile... tagliamolo ugualmente.

Seguendo questa massima, nella stragrande maggioranza dei casi avremo ottimizzato già in ripresa la bellezza dello scatto, ma quando lo sfondo e lo spazio dietro al soggetto sono rappresentati da uno spazio uniforme? Seguire la regola appena accennata, significherebbe eliminare i vuoti, riempire gli spazi e rendere tutte le foto piuttosto simili e ordinarie. Il vuoto è un po' come il silenzio, subito spaventa, poi, a mano a mano che lo si conosce, può diventare un elemento piacevole da capire, da sfruttare e da esibire a chi osserva le nostre creazioni.


Vediamo come utilizzare lo spazio

spazio delle mie brame

La foto d'esempio, scattata durante la manifestazione di Torino Comics, è strutturata in modo tale da mettere in risalto sia l'espressione sia il costume (una rappresentazione di Dante al femminile, per chi non l'avesse riconosciuto). La posa laterale tende a sottolineare una lontana somiglianza tra i nasi dei soggetti, la posa teatrale per aiutare l'osservatore a immaginare un personaggio lontano nel tempo. L'inquadratura verticale è la soluzione più logica per ottenere uno scatto equilibrato e d'immediata comprensione. Lo sfondo ha lo scopo di esaltare i colori del costume, non interagisce con il soggetto ma si mantiene neutrale con un grigio scuro molto meno impegnativo del classico nero o bianco da fondale. Esso è uno spazio vuoto... ma vuoto realmente perché il fotografo (Io) non l'ha minimamente considerato utile allo scopo comunicativo finale.


spazio delle mie brame

Riproponendo lo stesso scatto con un'inquadratura orizzontale si può osservare come lo sfondo, adesso, sia esasperato provocando un disequilibrio poco giustificabile. Si percepisce che adesso lo sfondo assume una funzione, è sempre grigio, è sempre vuoto ma avvolgendo totalmente il soggetto e aumentando la sua percentuale di presenza all'interno dello scatto, diviene anch'esso protagonista. Lo scatto è interessante come il primo proposto? La risposta è No.
Quando si aggiungono degli elementi che l'occhio/mente percepisce come vuoti, è necessario assegnare loro delle funzioni, tagliando il fondale a sinistra facciamo assumere a quello di destra un'importanza di DIREZIONE. Lo spazio vuoto diviene il tragitto che l'osservazione del soggetto è obbligata a percorrere per raggiungere ciò che lo attrae. Il significato allo spazio vuoto lo assegnano la postura e gli occhi del Cosplayer. Rispetto al primo scatto abbiamo sottolineato un'azione: l'osservazione, cosa che mancava quasi del tutto nella composizione verticale. Nel secondo scatto, invece, percepiamo come lo sguardo sia mozzato, la sua osservazione perde importanza, acquisisce rilievo il passato e la storia del soggetto ed è messo in risalto l'importanza o somiglianza del naso con il vate della poesia. E' sempre lo stesso scatto ma è la distribuzione degli spazi a modificarne il contenuto. La bellezza dell'istantanea è, in questo caso, condizionata dalla scelta comunicativa del fotografo. Sempre rimanendo in ambiente fumettistico e sempre utilizzando delle modelle non professioniste prestatesi alla manifestazione torinese propongo una successiva analisi degli spazi vuoti utilizzando uno sguardo frontale e diretto.


Altro esempio di spazio

spazio delle mie brame

Come nel precedente esempio, riempiendo e sfruttando tutti gli spazi si crea all'istante una costruzione armonica in cui soggetto e costume assumono il 100% dell'importanza e del contenuto dello scatto. La foto funziona perché il costume Steam Punk e la naturale bellezza del soggetto catturano l'osservazione e l'attenzione dei possibili osservatori. Seguendo la stessa procedura dell'esempio precedente e creando uno sfondo grigio ai lati del soggetto per ricreare un'inquadratura orizzontale noteremo che il senso di fastidio e di squilibrio è persino superiore. Qui non c'è l'aiuto dello sguardo che assegna valore e significato a parte dello sfondo. Il soggetto ci osserva direttamente e tutto il grigio dello sfondo appare inutile, fastidioso e ingiustificabile. Scattando in orizzontale il soggetto ci appare più piccolo allontanandoci virtualmente dalla sua bellezza. Quest'apparente handicap non deve indurci a pensare che il vuoto sia privo di significato, solo che tutto diventa un po' più complesso il gusto del fotografo che deve sapersi affinare per trovare significati e utilizzi agli spazi che comunemente sarebbero scartati.

spazio delle mie brame
spazio delle mie brame

La postura del soggetto, leggermente inclinata verso sinistra è ciò che assegna significato allo spazio a destra perché esalta una percezione di movimento, assente in un'immagine statica. Quello spazio vuoto è la zona in cui si è spostato il soggetto prima dello scatto, è la zona che la nostra mente necessita per inventarsi o immaginarsi uno spostamento. Per offrire un esempio visivo e concreto di ciò che sto dicendo, aggiungo uno scatto cui è stato applicato un filtro di Photoshop denominato "effetto movimento", ciò solo per osservare che l'effetto esagerato e al limite del pacchiano, fosse già presente in modo latente nel primo scatto. E' sufficiente la postura della modella per assegnare un ruolo allo spazio vuoto alle sue spalle. Il movimento percepito è sicuramente meno diretto ma più discreto, proprio per questo, più accettabile e apprezzabile. C'è ancora una considerazione da prendere in esame: la direzione. Sinistra e destra conferiscono maggiore o minore velocità apparente al soggetto e al suo "immoto" movimento. Ribaltando lo scatto diventano evidenti alcune leggere differenze. La sensazione di movimento imposta dalla postura obliqua sembra prendere maggiore velocità (ovviamente sono percezioni e pertanto dovete osservarle con molta attenzione).

Il fenomeno è dovuto al fatto che siamo condizionati a esaminare, sia i testi sia le fotografie, da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso. La nostra osservazione è come la corrente di un fiume, se il soggetto è posto o inclinato a destra, seguirà la corrente e acquisirà velocità e dinamismo. Se, viceversa, dovesse procedere nel senso opposto, quindi verso sinistra, il suo movimento apparente sarà rallentato perché controcorrente. Pur non essendoci una regola precisa mi preme farvi capire che lo sfondo, anche quando non c'è nulla, anche se vuoto, è sempre importante, solo il nostro intento e il nostro gusto possono aiutarci a determinare come sia fattibile sfruttarlo.


Per concludere...

Vi lascio con un esercizio: osservate le tre foto seguenti e decidete voi, senza alcun mio ausilio, qual è quella che preferite. Poi, una volta definito il giudizio, cercate di determinarne le motivazioni. E' importante che il giudizio sia giustificato da qualche spiegazione precisa e concreta.
Bene, avete appena appreso cosa significa gusto personale perché tutti e tre gli scatti funzionano, possono essere utili e sono belli agli occhi di chi piace il genere del paesaggio.

spazio delle mie brame
spazio delle mie brame
spazio delle mie brame

Max Ferrero

Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".


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