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Il colore che vorrei - parte 3

6 Settembre 2022

A cura di Max Ferrero

Giunti alla terza puntata degli articoli dedicati all’ottimizzazione dei colori, non possiamo esimerci dal fare un passo laterale in direzione della teoria fotografica, non per tediare, semplicemente perché, dopo i primi semplici esperimenti, è necessario conoscere i fondamenti della teoria del colore. Non spaventatevi, in quest’articolo saremo estremamente semplici e facili da comprendere, un vero approfondimento di come funziona il colore e la sua visione, dovrà essere assolutamente un articolo futuro da tenere nel nostro blog come preziosa risorsa.

Iniziamo! Intanto bisogna affermare che i metodi di “creazione” di colore sono 2. Il primo si realizza attraverso l’uso di luci, mischiando fonti luminose colorate è possibile ottenere una moltitudine di altri colori. In effetti per ottenere tutto o quasi l’arco dei colori visibili, si può procedere con sole 3 fonti luminose realizzate attraverso delle luci Red (rosso), Green (verde) e Blue (blu); il famoso sistema RGB presente su tutti i nostri device di visione digitale. Questo metodo si chiama sintesi additiva (metodo che aggiunge), è il procedimento utilizzato da televisori, monitor, videoproiettori ecc. Il secondo processo si riferisce ai colori fisici e tangibili, tempere, acrilici, inchiostri delle stampanti; si chiama sintesi sottrattiva (metodo che toglie) e permette di ottenere molti colori partendo dall’utilizzo di soli tre toni: il Giallo, il Magenta e il Ciano; sì, proprio le tre tinte delle cartucce presenti con il nero all’interno delle nostre stampanti di casa.

In questo breve articolo non approfondiremo ulteriormente l’aspetto fisico della creazione dei colori, ci interessa osservare, su di un semplice cerchio, dove essi si pongono perché maggiore è la distanza tra un colore rispetto ad un altro, maggiore sarà la loro competizione.

il colore che vorrei

I colori denominati con la lettera A sono quelli della sintesi additiva. Quelli con la S sono della sintesi sottrattiva. Per comprendere appieno questa rappresentazione basta osservare la loro posizione in confronto agli altri colori. Il giallo, ad esempio, è all’opposto del blu, questo significa che i due colori sono opposti o, meglio, complementari, se uno cresce l’altro perde le sue caratteristiche sparendo. Se prendiamo un qualsiasi colore possiamo comprendere da quali tinte è formato o generato: proprio i due colori ai suoi fianchi. Un verde, quindi, si realizza mediante la somma del giallo e del cyan e lo si vede da ciò che ha ai suoi lati. Partendo da questo grafico saremo in grado, nel prossimo filtro che osserveremo su Photoshop, di comprendere quali toni dovranno essere manovrati per migliorare o attenuare uno specifico colore.


Il comando CORREZIONE COLORE SELETTIVA

Senza la premessa che avete appena finito di leggere sarebbe stato impossibile poter spiegare il funzionamento di questo potente filtro di Photoshop che si basa sulla modifica delle tonalità attraverso la manipolazione dei 6 colori fondamentali che vi ho appena presentato.
L’effetto si raggiunge attraverso il percorso Immagine/Regolazioni/Correzione colore selettiva.

il colore che vorrei

Il pannello si apre con una finestra in cui possiamo selezionare la famiglia o categoria di colori che intendiamo modificare e, al di sotto di essa, troveremo proprio i 6 colori descritti in precedenza che ci permetteranno di cambiare le tonalità dell’immagine.

il colore che vorrei

Non facciamoci spaventare, le regole sono semplicissime: selezioniamo il colore o la famiglia di colore che intendiamo modificare e poi spostiamo le manette delle tinte sottostanti per ottenere ciò che desideriamo, ricordandoci che: se vogliamo potenziare e saturare una tinta dobbiamo incrementare il valore dei colori di cui è composto oppure diminuire il valore del colore complementare.
Se vogliamo attenuarlo dobbiamo incrementare il valore del suo colore complementare, oppure diminuire il valore dei colori che lo compongono. Nell’immagine che presentiamo è necessario correggere il colore del cielo, troppo tendente al violetto, potenziarne la sua saturazione e ravvivare i verdi del prato che appaiono un po’ bruciati dalla calura estiva. Vediamo come fare.

il colore che vorrei

Per prima cosa ci siamo posizionati sulla famiglia dei rossi e abbiamo eliminato la forte dominante calda nel prato diminuendo la presenza di magenta, un’operazione più difficile a spiegarsi rispetto alla sua veloce realizzazione.

il colore che vorrei

Poi abbiamo selezionato la famiglia dei blu e abbiamo tolto una piccola percentuale di magenta che sporcava il cielo rendendolo di una tonalità innaturale, abbiamo aggiunto un 10% di cyan per potenziare i colori del cielo e incrementato del 40% il nero per aggiungere sia una leggera sottoesposizione sia, di conseguenza, anche una maggiore saturazione allo sfondo azzurro.

il colore che vorrei

Per ultimare la foto volevamo rendere più freschi e invitanti i prati, la logica ci avrebbe portato a regolare la famiglia dei verdi, invece, siamo stati costretti a recarci in quella dei gialli, molto più vicini alla tonalità che stavamo osservando e che percepivamo come verde.
Abbiamo aggiunto una piccola percentuale di cyan per raffreddare i toni e un 30% di giallo per rafforzarne la saturazione. Con quest’ultima regolazione abbiamo raggiunto il risultato che ci eravamo prefissi e possiamo osservare il sempre utile “prima/dopo” che permette una migliore visione e comparazione dell’originale e del risultato.

il colore che vorrei

Visto che ogni risultato ottenuto non può soddisfare le esigenze o i desideri di differenti persone, ci rendiamo conto che qualcuno potrà asserire che il primo scatto era più interessante perché il verde in primo piano aveva colori più “movimentati” rispetto alla foto modificata. Difficilmente ci sarà qualcuno a cui piacerà di più il cielo tendente al violetto. In questi casi, allora, è necessario mischiare i risultati selezionando con le maschere le parti che ci interessano di più di ogni singola immagine. Chiudiamo l’articolo mostrando un’ultima foto che comprende tutto lo sfondo dell’immagine modificata e il primo piano del prato con i colori originali dello scatto.

il colore che vorrei

Per realizzarlo abbiamo sovrapposto i due scatti: originale e modificato, poi, attraverso una maschera (se leggerete l’articolo del mese scorso troverete info su questa tecnica, ecco il link: https://www.photocity.it/blogpy/come-fare-per/il-colore-che-vorrei-parte-2.aspx) ci siamo permessi di scegliere la parte migliore di ogni singolo scatto.
Con la funzione correzione colore selettiva, un po’ di pazienza e alcune maschere di selezione, saremo in grado di ottenere tutti i colori che avremmo sempre desiderato e nelle prossime puntate regaleremo altri piccoli consigli per migliorare le nostre opere fotografiche.

Max Ferrero

Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".


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