Il libro dei ricordi - parte 4
25 Novembre 2020
A cura di Max Ferrero
Siamo giunti alla conclusione dell’argomento riguardante la creazione e la pubblicazione di un nostro personale libro dei ricordi. Come promesso, dedicheremo l’intero articolo alla panoramica di alcuni dei programmi utilizzabili per impaginare le nostre foto, i testi e gli elementi di grafica. Ricordiamo, a chi si fosse perso le altre puntate, di cercare i primi articoli dedicati a quest’argomento.
L’arte dell’impaginazione è la capacità di disporre gli elementi di cui si è a disposizione: foto, testi, elementi grafici e persino i vuoti. Come si nota dall’immagine di apertura, persino le zone senza nulla possono diventare parte integrante del volume che ci predisporremo a realizzare. I migliori programmi sono proprio quelli che ci lasceranno la massima libertà espressiva, permettendoci di disporre a nostro gusto, ma con cura, ogni cosa che ci possa passare per la testa e che sia a nostra disposizione. Sebbene ci siano svariate possibilità per ottenere un risultato stampabile, dovremo fare anche delle valutazioni sui parametri fondamentali che determinano la scelta del software da utilizzare: il costo e la curva di apprendimento, cioè quanto è difficile imparare le funzionalità di un ottimo programma.
Indesign, della software house Adobe, è sicuramente il programma top nell’elenco di quelli che cercherò di descrivere. Nasce con il preciso scopo di fornire al grafico o al fotografo tutti gli strumenti di gestione per un’impaginazione professionale e affidabile. Con un pannello similare a quelli ben più noti per noi fotografi quali Photoshop o Lightroom, fornisce strumenti e pannelli che gestiscono effetti d’ombreggiatura, inclinazioni, filetti e colorazioni di sfondi, controllo ortografico o ricerca di caratteri e parole. Attraverso l’uso di pagine “master” è possibile creare dei parametri che automaticamente saranno applicati a ogni nuovo foglio. Avverte l’utente di possibili errori compositivi o di testo mancante, cosa utilissima quando si cerca di allineare foto e contenuto scritto con il rischio di perdere qualche parola sotto un’immagine o chissà dove. Pur non essendo un programma che si possa definire complicato, le sue innumerevoli regolazioni e il costo di circa 250€ annuali (abbonamento) lo rendono uno strumento proibitivo per tutti coloro che sono alle prime armi. Di pari grado di difficoltà con alcune funzionalità in meno, ma gratuito, segnalo Scribus un programma open source che potrebbe fornirci grandi soddisfazioni se solo avessimo voglia d’impegnare alcune ore del nostro tempo per cercare istruzioni attraverso i vari tutorial presenti sul web e applicandoci in esperimenti didattici prima d’intraprendere un vero e proprio progetto.
Permette di salvare i progetti realizzati, o porzioni degli stessi, nei formati più importanti per la successiva fase di stampa. Si può esportare anche singole pagine o pagine affiancate come dei file immagine jpeg.
Word e
Publisher della
Microsoft, sono due programmi che potrebbero essere utilizzati con buoni risultati. Pur non fornendo tutte le possibilità creative di un vero programma d’impaginazione (word soprattutto) hanno il grande pregio di essere presenti nella stragrande maggioranza dei computer di casa nella suite di Office. Le funzioni disponibili sono limitate e un po’ “rigide”. I layout disponibili non forniscono risposte a tutte le esigenze dell’autore e soprattutto con Word, la gestione delle immagini produce spesso complicazioni e piccole frustrazioni. Non è possibile salvare i file in formato jpeg, ma è possibile farlo in pdf ed è proprio questo il formato finale migliore.
Photoshop, sebbene sia utilizzato quasi esclusivamente per l’elaborazione delle immagini, può diventare esso stesso un buon programma d’impaginazione. Il trucco consiste nel creare delle gabbie grafiche o layout di massima per poi montare immagini e testi seguendo le linee ideate in precedenza. I file possono essere salvati in tutti i formati possibili (tra tutti i software è quello che fornisce le maggiori possibilità), ma ha una gestione non ottimale dei testi. Anch’esso è un programma a pagamento, il suo costo insieme al fratellino Lightroom, non supera i 130€ annuali. Per un fotografo che intende impaginare una volta ogni tanto, ma che ha bisogno sempre di mettere a posto le proprie fotografie è un acquisto necessario.
Lightroom sempre della sofware house Adobe, tra tutti i programmi che abbiamo presentato fino a ora, è quello che fornisce il miglior rapporto difficoltà/costo/qualità. Fornito in abbonamento con Photoshop ha la sua fondamentale caratteristica nella gestione di un archivio. Permette delle elaborazioni professionali, non elevate quanto Photoshop, ma con una curva d’apprendimento più semplice e meno ripida. Al suo interno ha diversi moduli, quello importante per noi, è quello dedicato al libro, cioè all’impaginazione veloce di un volume fotografico. Nella finestra centrale possiamo selezionare i layout già precostruiti dai programmatori per facilitare la creazione dell’impaginato. Per ogni pagina è possibile scegliere quante foto vogliamo applicare e il programma ci fornisce alcune opzioni grafiche da selezionare e poi riempire con un “drap and drop” trascinando le foto presenti sul filmstrip sottostante. L’apprendimento del meccanismo è immediato, ma la grande pecca è nella ridotta disponibilità di layout e nell’impossibilità di poterne creare di nuovi.
Particolarità molto interessante è quella di disporre di un calcolatore automatico (se siete connessi al web) del costo del volume escluso spese di spedizione. Adobe ha creato una collaborazione con Blurb, ditta specializzata in volumi fotografici di alta qualità. Oltre al controllo del prezzo che, ovviamente dipende dal tipo di carta scelta, ma anche dal numero di pagine create, a progetto concluso è possibile esportare direttamente il lavoro sui server della ditta americana per ordinare il libro che verrà spedito direttamente a casa vostra con un piccolo incremento di costo se deciderete di richiedere una consegna veloce.
Se avete Lightroom vi esorto a provare questo metodo, ma prima d’inviare l’ordine osservate per bene il costo e poi confrontate lo stesso progetto con altre ditte specializzate nella produzione di uguali volumi con medesimo pregio qualitativo. Nel caso troviate un’alternativa alla costosa casa di stampa americana, Lightroom vi permetterà di salvare l’impaginato in un prezioso pdf che potrà essere usato come file da spedire a una ditta alternativa di pari qualità, ma più economica.
Concludo con il programma che fornisce gratuitamente Photocity nella versione Silver per le piattaforme Windows e Halto per Mac. Questi programmi, semplici e intuitivi, hanno la funzione principale di fornire all’utente uno strumento intuitivo per applicare elementi di grafica a un’impaginazione di base, ma anche di assistere il cliente nella fase di calcolo dei costi, caricamento dei file, controllo degli errori e gestione del prodotto finale. Come per Lightroom la pecca è nella limitata scelta di layout precostituiti e nell’impossibilità di personalizzarne alcuni a nostro gusto e piacere.
Una volta selezionato il prodotto che c’interessa, in questo caso il Fotolibro, il programma ci porta immediatamente alla seconda fase dedicata alla scelta del prodotto. L’offerta è talmente varia che l’utente potrebbe essere spiazzato nello scegliere quello più adatto alle proprie esigenze. Personalmente, però, considero sempre un fatto negativo la mancanza e non l‘abbondanza di risorse, il mio consiglio è quello di mantenere aperto il sito del produttore dove poter osservare le varie caratteristiche di ogni prodotto.
Arrivato all’articolo perfetto per i miei desideri (mi piace molto creare dei libri dal formato quadrato che si adattano perfettamente sia alle foto verticali sia a quelle orizzontali), si seleziona l’icona adatta e si clicca su di essa per entrare nella fase operativa della creazione. Ovviamente il prezzo indicato è quello minimo e potrebbe crescere all’aumentare delle pagine suggerite dal preventivo.
A questo punto l’utente può scegliere di caricare le foto nei vari formati immagine o pdf, può decidere se impaginare personalmente oppure demandare al software l’impaginazione automatica (se sceglierete questa simpatica, ma imprevedibile funzione, sarà stato assolutamente inutile aver letto i quattro articoli dedicati all’argomento).
Decidendo (OVVIAMENTE) per l’impaginazione personale, il programma fornirà una serie di opzioni grafiche a destra, la gestione delle immagini a sinistra e nel pannello centrale le opzioni di disposizione quali ingrandimento e controllo delle immagini. Non mancano gli avvisi di eventuali errori e, pur non arrivando alle possibilità offerte da Ligthroom, tantomeno da Indesign, fornisce un facile e più che buono approccio all’arte del disporre testi e foto. Se il software non dovesse essere particolarmente gradito, oppure (come succede a me) si è in possesso di un programma più costoso e performante, è comodo caricare i pdf già impaginati in altri programmi controllando dal software di Photocity i costi e la gestione del corretto caricamento dei file.
Questo è il blog di Photochity, è ovvio che io tiri acqua al mulino di chi pubblica i miei articoli, ma vorrei esortare tutti i lettori a provare la qualità e il costo della famosa ditta Blurb confrontandola con quella di Photocity e vedrete che c’è un fondato motivo per cui ne ho parlato bene e ora tutti i miei prodotti li faccio stampare in Italia. I risultati sono di pari qualità, ma a un prezzo decisamente più conveniente e questo non può essere un elemento secondario nella scelta.
Max Ferrero
Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".