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Sotto un cielo azzurro

30 Gennaio 2023

A cura di Max Ferrero

Trovarsi in un bel posto per lavoro o perché si sta effettuando una gita turistica e ritrovarsi con un cielo plumbeo è quanto di più opprimente possa provare un fotografo di paesaggi. I professionisti, da sempre, mettono in conto la questione meteo e, se non ci sono delle impellenze improrogabili, aspettano la giornata giusta per recarsi sul luogo anche all’ora ottimale.
Per tutti gli altri questa opportunità non c’è. Carpe Diem (cogli l’attimo) se è possibile, altrimenti ci teniamo quello che si trova. Già nel passato, chi non si arrendeva alla sfortuna metereologica, s’inventava metodologie alquanto bizzarre: gli stampatori dell’era analogica effettuavano una seconda esposizione nelle zone del cielo per scurire i toni, a volte utilizzando ovatta sfrangiata per ricreare sensazioni (alquanto fittizie) di nuvole invisibili sull’immagine originale. Con l’avvento del digitale il fotoritocco dei cieli si è impreziosito di varie tecniche, quasi tutte basate sulla sovrapposizione di cieli provenienti da altre immagini con risultati più o meno soddisfacenti in base a quanto il fotografo era preciso nell’inserire le immagini in un collage fotografico finale, perché di collage stiamo effettivamente parlando.
Le ore d’impegno, comunque, quasi mai valevano il gioco e puntualmente, facendo osservare i risultati ad amici o conoscenti, spuntava la domanda fatidica: “ma questa foto è ritoccata”? Anche i meno avvezzi s’accorgevano di qualche anomalia sfuggita al proprietario dell’immagine: errori di prospettiva, aloni inconsueti, sovrapposizioni poco precise e così via, erano all’ordine del giorno e negli ultimi tempi ben pochi fotografi si sono cimentati ancora nel cambio “eclettico” dei cieli.
Non sappiamo dire se per fortuna o purtroppo, ma Photoshop, dal 2021 ha colto i desideri di molti fotografi e ha studiato uno strumento apposito per tutti coloro che vogliono o vorrebbero migliorare i cieli piatti e inutili.

sotto un cielo azzurro

In questa foto troviamo tutti gli elementi necessari per spiegare il desiderio di sostituzione cieli. La giornata non era particolarmente brutta, ma un cielo lievemente troppo chiaro e una leggera sovraesposizione in fase di ripresa hanno distrutto l’atmosfera del cielo e il suo contrasto cromatico. La foto appare piatta, senza grossi fattori d’interesse anche se il prato pieno di fiori di tarassaco erano un bellissimo tappeto cromatico giallo.

sotto un cielo azzurro

Per risolvere il problema dobbiamo andare sul menù di Photoshop e al termine modifica, ricerchiamo la voce sostituzione cielo. SI aprirà una nuova finestra di dialogo in cui potremo scegliere con anteprima il cielo che ci serve.

sotto un cielo azzurro

Photoshop ci fornisce alcune immagini di cieli suddivisi in categorie: cieli blu; spettacolari e tramonti. Starà al nostro gusto e tatto trovare un cielo che si adatti perfettamente all’immagine che intendiamo ritoccare. Per quanto Photoshop sia in grado di effettuare un amalgama molto buona dei due scatti, se sceglieremo luci inadatte alla ripresa, il trucco sarà evidente e ricadremo nelle brutte figure di fotoritocchi abbozzati e mal riusciti.

sotto un cielo azzurro

Per fondere al meglio i due scatti l’opzione sostituisci cielo ci permetterà di migliorare la maschera automatica che ha realizzato permettendoci di spostare i bordi della selezione; di regolare la luminosità dei cieli o quella della foto originale per uniformare al meglio la nuova immagine. E’ possibile settare anche la temperatura colore per normalizzare i valori cromatici della nuova scena.
Rifletti orizzontale permette di ribaltare l’orientamento del cielo mentre le regolazioni sottostanti hanno un ulteriore controllo delle luminosità per evitare spiacevoli aloni, brutti a vedersi ed evidenziatori di ritocchi disarmonici.
Il cielo applicato può essere ingrandito e spostato direttamente sull’immagine in anteprima dando l’opportunità di posizionare al meglio e con la massima precisione lo sfondo del cielo.

sotto un cielo azzurro

Un’ulteriore opportunità che Photoshop ci regala è quella di poter importare altri nuovi cieli recuperandoli dal nostro archivio fotografico oppure direttamente dal web.
Sempre nella palette della sostituzione, troverete un’icona in alto a destra con il simbolo di un ingranaggio. Cliccate su di esso e selezionate “importa cieli”, cercateli nel vostro hard disk e lasciate che Photoshop li aggiunga al suo database. Da adesso in avanti, ogni volta che sul vostro cammino troverete cieli interessanti, che siano azzurri, pieni di nuvole, tempestosi o luminescenti cercate di carpirne la bellezza per metterla da parte in un archivio organizzato in modo tale che, al momento opportuno, potrete sfruttarne la bellezza per qualche altra fotografia meritevole di attenzione ma che in ripresa non aveva il cielo perfetto dei nostri desideri.
E allora chiudiamo con la foto d’apertura riveduta e corretta dai suggerimenti che vi abbiamo indicato con l’articolo del mese.

sotto un cielo azzurro

Max Ferrero

Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".


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