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Infrared a colori

22 Marzo 2021

A cura di Max Ferrero

Abbiamo parlato della possibilità di scattare fotografie all’infrarosso con le moderne apparecchiature digitali, abbiamo visto che il file che ne esce è praticamente un file monocromatico paragonabile al bianco e nero, ma se volessimo ottenere uno scatto a colori come dobbiamo comportarci? Un tempo esistevano due tipologie di pellicole adatte a riprendere la radiazione dell’infrarosso: negativi in bianco e nero e pellicole diapositive. Non era assolutamente facile recuperarle, ma i risultati erano particolari e accattivanti. Oggi, come abbiamo già accennato, questa tecnica presenta notevoli difficoltà e i colori devono essere ricostruiti in postproduzione, ma facciamo un piccolo riassunto dei concetti espressi nelle puntate precedenti.
Di anno in anno, l’ottenimento di foto infrared si è sempre ulteriormente complicato: la maggior parte delle macchine digitali sono parzialmente sensibili a tale frequenza, ma i costruttori applicano dei filtri, sempre più performanti, per eliminarne gli effetti. Il paradosso è che maggiore è la qualità dell’apparecchio fotografico che possediamo, maggiore sarà la correzione apportata di fatto impedendo di poter sfruttare la radiazione IR. Nelle macchine fotografiche di ultima generazione non è più possibile effettuare riprese all’infrarosso senza una drastica modifica al sensore.
Più la macchina è cieca agli infrarossi, maggiore sarà il tempo di esposizione che dovremo utilizzare a ogni nostra ripresa, non solo, per ottenere immagini che abbiano effettivamente effetti da infrarosso, dovremo passare ai filtri più densi, quelli cioè che a prima vista sembrano neri e che hanno la proprietà di filtrare molto selettivamente la luce che andrà a colpire il sensore. Utilizzando filtri a banda stretta come quelli a 850 - 900nm i colori tradizionali saranno completamente persi, precludendoci la possibilità di ricreare immagini d’effetto come quelle che si potevano ottenere con le vecchie pellicole. Allora è impossibile fare oggigiorno foto a colori infrared? No, è ancora possibile, ma vediamo nel dettaglio come dobbiamo procedere.
Tutte le foto che state osservando in quest’articolo sono state eseguite con una Canon 5D, ottima macchina dalle prestazioni professionali ancora adesso a diversi anni dalla sua comparsa sul mercato, leggermente sensibile all’infrarosso e quindi ottima per risolvere il dilemma che abbiamo or ora descritto.


infrared a colori

In questo scatto il problema principale, che abbiamo dovuto risolvere, era la mancanza di contrasto cromatico che si presentava puntualmente ad ogni ripresa. Il massimo che si otteneva era una ridotta gamma di tonalità ristrette al rosso – magenta. Tale problema è stato insormontabile (almeno in fase di ripresa), provare a mettere filtri con banda più larga (700nm) non procurava miglioramenti nell’ottenimento di altri colori, anzi, le sfumature si appiattivano ulteriormente privandoci ancora di più della necessaria diversità di toni. La soluzione poteva essere esclusivamente nella postproduzione. Quindi in ripresa ci siamo attenuti alle stesse metodologie descritte per il bianco e nero confidando, come fanno in tanti, nella potenza di Photoshop.


Metodo 1

Conoscendo il problema dovuto alla mancanza di contrasto dei toni, abbiamo posto massima attenzione alla differenziazione tra le tonalità chiare e quelle scure.

infrared a colori

Apriamo il comando bilanciamento colore (immagine/regolazioni/bilanciamento colore) e modifichiamo le tonalità delle luci spostandole verso tonalità fredde (cyan – verde – blu). Facciamo la stessa cosa sulle ombre ma modificando verso tonalità calde (rosso – magenta – giallo). Lasciamo invariati i toni medi.

infrared a colori

Ottenuta la prima piccola alterazione passiamo al comando tonalità saturazione (immagine/regolazioni/tonalità saturazione), muovendo il cursore delle tonalità cercheremo di ottenere un risultato in cui la vegetazione tende a un rosso chiaro e il cielo vira verso tonalità fredde.

infrared a colori

Per abbellire i risultati possiamo in seguito utilizzare comandi di correzione colore ulteriori come Correzione Colore Selettivo (immagineregolazioni/correzione colore selettivo) per “pulire” di dominanti alcune zone del file. Questo è il risultato ottenuto.

infrared a colori

Questo metodo è quello che maggiormente ricorda i vecchi risultati a pellicola IR e il rumore digitale si fa notare pesantemente se eccediamo con le elaborazioni.


Metodo 2

Possiamo ricercare un maggiore contrasto utilizzando semplicemente il comando livelli automatici (immagine/regolazione/livelli automatici).

infrared a colori

Photoshop cercherà di equilibrare un’immagine completamente sbilanciata e quello che si otterrà sarà un contrasto maggiorato (se il risultato sarà eccessivo rinunciate all’automatismo dei livelli e regolate l’immagine tramite il normale comando ctrl+L cioè con i livelli). Dopo questa prima modifica apriamo nuovamente il comando tonalità saturazione e ripercorriamo il suggerimento del primo metodo. Il risultato ottenuto sarà molto simile a quello precedente, ma realizzato con tempi velocizzati, unica pecca è che non avremo un controllo cromatico delle luci e delle ombre.

infrared a colori

Altra immagine IR in cui le correzioni del secondo metodo sono state raggiunte facilmente e velocemente in pochi click.


Metodo 3

Un’ulteriore possibilità ci viene fornita dalla regolazione dei livelli o delle curve su ogni singolo canale colore. Le modifiche non devono essere apportate in maniera classica, ma “smanettando” sui cursori dei livelli o sulle curve andremo a cercare sia l’equilibrio dei contrasti sia l’alterazione dei toni.

infrared a colori

Nel riquadro delle curve è possibile osservare le correzioni apportate per ogni singolo canale colore. I possibili risultati sono infiniti, basta cambiare leggermente la curva di un canale per alterare sia i toni sia le luminosità.


Metodo 4

Nonostante il raggiungimento dei primi risultati la nostra ricerca non poteva fermarsi. C’era bisogno di trovare un procedimento che fosse più evocativo, più d’impatto e con meno problematiche di rumore digitale. L’intuizione vincente è stata quella di rafforzare l’immagine infrared con un’altra assolutamente uguale e normale ottenuta con una ripresa senza filtro per poi fonderle in postproduzione tramite i livelli di Photoshop.
Ovviamente questa tecnica ha bisogno di cavalletto, ma eravamo già obbligati ad adoperarlo per le lunghe esposizioni date dal filtro infrared. Dobbiamo solo fare attenzione a non muovere l’inquadratura durante lo svitamento del filtro tra il primo scatto e quello normale.
Ottenute le due immagini necessarie, si dispongono a registro su dei livelli distinti (nel nostro caso la foto infrared sotto e quella normale sopra) e applicando la fusione colore.

infrared a colori

Nel secondo esempio che riportiamo, il metodo di fusione è stato impostato su luce puntiforme.

infrared a colori

Questa è la metodologia che potrà dare le maggiori soddisfazioni poiché i vari accoppiamenti con le possibilità di fusione dei livelli potranno fornirci risultati sempre molto diversi e interessanti.


Conclusioni

Sebbene i risultati siano stati ben superiori alle attese, dobbiamo ammettere però che il colore infrared è un puro pretesto. Le varie metodologie ricercate si sono trasformate a poco a poco in elaborazioni più o meno complicate tramite la postproduzione con Photoshop. Lasciamo a voi successivi tentativi creativi per ottenere effetti a colore infrared. Se otterrete buoni risultati, non mancate di farceli pervenire, ma attenzione! L’elaborazione esagerata e fine a se stessa è sempre dietro l’angolo. Ponete grande attenzione e metteteci il gusto.

infrared a colori
infrared a colori

Max Ferrero

Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".


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