Focus stacking
31 Dicembre 2022
A cura di Max Ferrero
Il Focus Stacking è una tecnica fotografica digitale che prevede l’esecuzione di una serie di scatti della stessa inquadratura ognuno impostato su di un piano di messa a fuoco diverso, con l’obiettivo d’ottenere un’immagine finale con una profondità di campo impensabile, decisamente maggiore rispetto a quella ottenibile con le tecniche tradizionali.
La profondità di campo è un concetto fisico che basa la sua esistenza su un difetto visivo e percettivo del nostro occhio. Quando un punto luminoso viene riprodotto sfocato esso si trasformerà, da punto, in una sfera sfocata dai bordi sfumati e dal diametro sempre più grande maggiore sarà la sfocatura. Se in una fotografia noi fossimo in grado di contenere questa sfumatura avremmo il potere di estendere la messa a fuoco su più soggetti. Questa tecnica esiste e si chiama profondità di campo. Essa è regolabile attraverso il tipo di obiettivo si utilizza, in base alla distanza che intercorre tra noi e il soggetto che inquadriamo e, soprattutto, dal diaframma che stiamo utilizzando. Questa è pura teoria ottica e spesso da dei risultati eclatanti a tutti quei fotografi che la sanno utilizzare, ma a volte, soprattutto nei “close up” (foto molto ravvicinate), l’estensione della messa a fuoco è assai limitata. Cosa possiamo fare se ciò che desideriamo esce dalle ferree leggi dell’ottica? Ovviamente ci viene in soccorso il solito Photoshop che non smette mai di stupirci per quanto sia versatile.
Quello che dobbiamo produrre sono una serie d’immagini con la messa a fuoco differenziata sulle varie distanze soggetto/fotocamera che intendiamo rendere nitide. Non c’è limite al numero degli scatti che si possono realizzare, unico parametro necessario è che siano tutti effettuati su cavalletto per ridurre al minimo la differenza d’inquadratura che intercorre tra di esse (qualche piccola differenza ci sarà obbligatoriamente perché il cambio di fuoco genererà cambiamenti nella grandezza degli oggetti). Prima di addentrarci nella procedura da eseguire su Photoshop, elenchiamo una serie di brevi ma importanti suggerimenti:
- è obbligatorio usare un buon cavalletto. Il focus stacking non è altro che una fusione di diversi scatti simili ma con piccole differenze di fuoco. Più sono combacianti più l’effetto sarà realistico.
- A seconda della situazione, scattate più immagini con piccole differenze di messa a fuoco, è indifferente se partirete da un punto più distante per poi avvicinarvi o viceversa. Più scatti si eseguono maggiore è la probabilità di riuscita ma è anche maggiore il tempo di elaborazione del risultato finale.
- Utilizzate sempre dei diaframmi già abbondantemente chiusi. I diaframmi aperti (quindi con poca profondità di campo) creeranno forti sbalzi di proporzioni nelle zone sfocate dei vari scatti con conseguente difficoltà nel fondere adeguatamente le immagini.
- Ovviamente, tutti gli scatti devono presentare un’illuminazione e una postproduzione omogenea.
- Utilizzate sempre la stessa focale
Una volta prodotte e ritoccate le immagini possiamo passare alla parte finale del processo:
- Invece di aprire i file normalmente, utilizzate il comando carica i file in serie (file/script/carica file in serie) e selezionate tutte le immagini che avete preparato.
- Dall’elenco che apparirà, ricordatevi di spuntare la casella tenta di allineare automaticamente le immagini sorgenti. In questo modo Photoshop caricherà le fotografie su vari Layers (livelli) cercando di disporli perfettamente a registro uno con l’altro.
- Selezionate tutti i layers (livelli) dell’immagine e applicate la funzione fusione automatica dei livelli (modifica/fusione automatica dei livelli, ricordatevi di selezionare tutti i layers altrimenti la vedrete disabilitata).
- Nel successivo pannello, spuntate la casella crea serie di immagini e lasciate che Photoshop decida dove e quando tagliare porzioni d’immagini. Dai vari file il programma di fotoritocco estrapolerà le parti a fuoco mascherando quelle sfocate, creando un’immagine dall’apparente supernitidezza e dalla profondità di campo stupefacente.
- Al termine di tutti questi passaggi potete salvare la foto mantenendola su vari livelli oppure fondere il tutto come se fosse un’unica immagine.
Cerchiato in rosso potete osservare (con un certo grado d’imprecisione) gli spazi in cui si è focheggiato nei singoli scatti. La fusione dei punti a fuoco a realizzato la foto presentata a inizio articolo.
Buoni esperimenti di focus stacking e, soprattutto, buone feste.
Max Ferrero
Giornalista dal 1987, Max Ferrero ha pubblicato su tutte le maggiori testate italiane e i suoi reportage si sono concentrati e specializzati nell'ambito della ricerca sociale. Servizi fotografici sulla guerra nell'ex Jugoslavia, il Kurdistan iracheno, il Centro America, l'immigrazione extracomunitaria, i nomadi, gli ospedali psichiatrici e le carceri sono stati oggetto di pubblicazioni e mostre sia per Associazioni, Musei o Comuni quali: Torino, Milano, Lucca, Roma, Novara, Racconigi, Venaria Reale, Chivasso, Gaeta. Ha collaborato con le agenzie fotogiornalistiche: Lucky Star, Photodossier, Linea Press, Blow Up e attualmente AGF. Co-fondatore dell'agenzia fotografica Sync-studio di Torino, attualmente lavora anche su temi geografici e didattici. Attraverso la sua attività d'insegnante, collabora dal 2009 con il sito di divulgazione fotografica Fotozona (www.fotozona.it) curandone gli articoli tecnici e l'aspetto critico. Dal 2011 è professore di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2017 pubblica presso la casa editrice Boopen il libro di tecnica base "tre gradi di profondità fotografica".